27 aprile 2017

Ho tentato tre inizi - Conversazione con Sara Grosoli

L’Iguana Editrice è una bellissima realtà editoriale al femminile che ho conosciuto lo scorso anno. Questo incontro è avvenuto in occasione della pubblicazione della raccolta di racconti Soffia un vento contrario (risultato del concorso per narrativa breve organizzato dalla Libreria delle Donne di Padova), nella quale è contenuto anche il mio racconto “Ellen e Julia”, dedicato alla fotografa vittoriana Julia Margaret Cameron. 
Tra i libri pubblicati da L’Iguana (il catalogo si trova qui) c’è un interessantissimo volume intitolato Ho tentato tre inizi, un’antologia di cinquantasette lettere scritte da Charlotte Brontë tra il 1847 e il 1853. Il libro, dal prezzo veramente “accogliente”, con testo inglese a fronte e un’immagine di copertina (di Hanna Suni) che ho trovato brillante, contiene una cronologia della vita di Brontë e una postfazione di Paola Bono, ed è tradotto e curato da Sara Grosoli, che ha gentilmente accettato di rispondere a qualche mia domanda sul suo lavoro. 

Cara Sara, grazie di aver accolto il mio invito a una conversazione su Ho tentato tre inizi. In primo luogo, vorrei chiederti di illustrarci brevemente il tuo coinvolgimento con la letteratura inglese: qual è stato e qual è il tuo percorso attraverso questa straordinaria disciplina? Di cosa ti occupi in particolare? Quali sono i tuoi futuri progetti letterari/editoriali? 

Grazie a te, cara Mara, di avermi concesso spazio per questo colloquio. Il corpus narrativo brontiano è la matrice da cui è scaturito, ad un’età abbastanza precoce, il mio amore per la letteratura. Mi sono laureata in Letteratura Inglese all’Università di Bologna, specializzandomi nello studio della letteratura d’epoca vittoriana. Ho analizzato in particolar modo l’intreccio tra narrativa e ricostruzione storica nelle opere di George Eliot. Ora, insegnando nelle scuole, cerco di trasmettere l’amore per la poesia inglese sottolineandone la musicalità della lingua e la pregnanza delle immagini. Vorrei precisare che mi occupo anche di letteratura francese e russa: di recente è uscita, sempre per L’Iguana Editrice, la mia traduzione di Un inverno a Maiorca di George Sand. Tornando alle traduzioni, noto che in molti si lamentano perché alcuni tra i più importanti titoli della grande tradizione britannica sono ormai fuori catalogo e non tutti possiedono una conoscenza abbastanza profonda dell’inglese per leggere queste opere, spesso di formato assai voluminoso, in lingua originale. Avrei molti progetti di traduzione atti ad accrescere il patrimonio letterario a disposizione dei lettori  penso in particolare ad alcune opere di George Eliot non ancora tradotte in italiano  ma la situazione del mercato editoriale in Italia non sono è delle più rosee. Dovrò con perseveranza attendere una fase migliore! 

Veniamo ora alle lettere di Charlotte Brontë. Com’è nato e come si è sviluppato il progetto di Ho tentato tre inizi con L’Iguana Editrice? 

Leggendo l’epistolario di Charlotte Brontë mi rammaricavo del fatto che in lingua italiana fossero conosciute solo le lettere che parlano di temi personali, come il lutto per la morte prematura dei suoi fratelli o la disperazione del suo amore non ricambiato per il professor Héger. Le lettere legate alla sua professione di scrittrice, invece, si ampliano fino a diventare occasione di avvincente dibattito culturale. Volevo condividere con altri lettori la mia meraviglia per l’audacia intellettuale di una donna a cui la società del tempo sbarrava le porte dell’istruzione superiore e che veniva relegata al ruolo subalterno di governante, ma che da sola, studiando e riflettendo, aveva raggiunto un’eccellenza intellettuale tale da permetterle di discutere da pari a pari con i più eminenti uomini di lettere del suo tempo. L’incontro con la passione e l’entusiasmo di una giovane editrice come Chiara Turozzi (L’Iguana Editrice) interessata alla valorizzazione della scrittura femminile mi ha permesso di concretizzare questo progetto. 


Questa raccolta di lettere affronta un aspetto che, a mio parere, è tra i più stimolanti della biografia di Charlotte Brontë, ovvero il suo rapporto con l’Arte e con l’editoria. È una relazione delicata e complessa, che assomiglia per certi versi all’esperienza di Elizabeth Gaskell (che da un certo momento in avanti condivise con l’amica Charlotte, su suo diretto consiglio, la felice esperienza di pubblicare con l’editore George Smith). Ritieni che nell’Ottocento – o anche in seguito – le scrittrici avessero maggiori difficoltà dei loro colleghi uomini nei rapporti con l’editoria e la stampa? 

Uno scrittore poteva essere attaccato per la qualità dei suoi scritti o per le sue posizioni politiche; una scrittrice era sempre fatta oggetto di pregiudizi feroci ed invalidanti a prescindere da cosa e come scrivesse. Allignava il sospetto che una donna capace di acquisire notorietà fosse di costumi corrotti. Nel XVII e XVIII secolo aristocratiche come Lady Anne Winchilsea, Lady Margaret Cavendish e Lady Georgiana Spencer approfittarono della loro appartenenza alle grandi famiglie che governavano il regno inglese per sfidare il giudizio del pubblico pubblicando raccolte di versi, ma vennero crudelmente schernite dai letterati dell’epoca. Donne della classe media, quali Fanny Burney e Jane Austen, preferirono pubblicare i loro primi romanzi in forma anonima e solo il vasto consenso di pubblico le indusse a palesarsi pubblicamente. Quando salì al trono, la regina Vittoria scelse di dare una connotazione marcatamente borghese alla monarchia britannica e ciò rafforzò la visione del ruolo della donna esclusivamente come angelo del focolare. Non a caso molte scrittrici d’epoca vittoriana scelsero di pubblicare le loro opere adottando pseudonimi maschili. La stessa Charlotte Brontë, come possiamo leggere nelle lettere, dovette affrontare maggiore ostilità da parte della critica letteraria quando il segreto della sua vera identità sessuale venne alla luce. 

Quali sono state le maggiori difficoltà che hai incontrato nel corso del lavoro di traduzione? Quali brani ti hanno appassionata/entusiasmata di più? 

Ritengo che il dovere di un traduttore sia quello di mantenere un atteggiamento di ascolto paziente e partecipe, di apertura alla sapienza della lingua altrui. Spero di esserci riuscita, anche se continuo ad interrogarmi sui miei limiti. I brani delle lettere che preferisco sono quelli in cui Charlotte con massima onestà intellettuale difende il valore delle poesie scritte dalla sorella Emily riconoscendole superiori alle proprie, e quelli in cui descrive il piacere con cui riceve i libri speditile dalla casa editrice quasi fossero dei nuovi amici capaci di alleviare la solitudine delle sue giornate.


Ringrazio Sara Grosoli per essermi venuta a trovare su Ipsa Legit e vi consiglio caldamente di leggere Ho tentato tre inizi, per conoscere davvero in profondità il percorso artistico e professionale di Charlotte Brontë, e contemporaneamente le sue difficoltà e i conflitti che decise di affrontare nella cruciale transizione tra la silenziosa privatezza della brughiera e l’ardimentosa esperienza della pubblicazione. 

SCHEDA DEL LIBRO 

Autore: Charlotte Brontë 
Titolo: Ho tentato tre inizi. Lettere 1847-1853 
 Testo inglese a fronte 
Traduzione e cura di Sara Grosoli 
 Postfazione di Paola Bono 
Editore: L’Iguana Editrice, 2015 
Pagine: 371 
Prezzo: 17€