5 novembre 2016

Tra lettura e scrittura. Lavori in corso

Cari lettori, da quasi un mese non pubblico una delle "esperienze di lettura" per cui è nato questo blog... e la semplice ragione è che non sto leggendo niente di nuovo!
La cartella del mio e-reader che ho denominato Comodino (in cui si trovano i libri che hanno priorità rispetto alla cartella Scaffale...) sta per scoppiare, ma non posso mettervi mano fino a che non sarò arrivata alla conclusione di due progetti che per me hanno un'importanza enorme. 
Sul mio Comodino virtuale sono impilati, in questo momento: La strada bianca di Edmund De Waal, che ho cominciato e ho dovuto lasciare da parte - con grande dispiacere perché è una meraviglia; Il caso di Joseph Conrad, I biscotti di Baudelaire di Alice Toklas (la compagna di Gertrude Stein), che forse terrò lì "in caldo" per Natale; la monumentale biografia di Lord Tennyson in inglese; un romanzo di Edith Wharton, due di Penelope Lively e infine Concerto di una sera d'estate senza poeta di Klaus Modick.
Quali sono i due motivi per cui questi libri se ne rimangono lì chiusi?
Il primo è che alla fine di questo mese parteciperò a un bellissimo progetto letterario e di divulgazione, Il faro in una stanza, un festival interamente dedicato a Virginia Woolf che avrà luogo a Monza tra il 25 e il 27 novembre. Il mio compito sarà quello di presentare/introdurre Freshwater, la commedia (che sarà rappresentata la sera del 25) che Virginia Woolf scrisse per celebrare la vivida e allegra comunità artistica raccolta intorno alla zia-fotografa, Julia Margaret Cameron.
Del secondo progetto non posso rivelare i dettagli, perché è ancora una sorpresa: anticipo solo che si tratta della stesura di un saggio, che traccia un percorso di lettura e di analisi letteraria. È un progetto che ha richiesto coraggio e un pizzico di avventatezza, ma, dopo la grande preoccupazione iniziale, in questi giorni sto scrivendo con passione ed entusiasmo, recuperando anche la bellezza e il gusto dell'opera letteraria "pura", libera dalle tante, molteplici, infinite identità che i libri assumono quando diventano, giustamente, patrimonio di tutti.
Da quando ho cominciato a occuparmi di divulgazione letteraria ho avuto l'opportunità di osservare direttamente i fenomeni della reception, ovvero delle modalità con cui il pubblico riceve, fruisce e si appropria di un'opera di letteratura. È questo un insieme di dinamiche molto affascinanti, che rivela infiniti aspetti della psicologia, della storia umana, della sociologia, del rapporto del presente con il passato, delle potenzialità della comunicazione e di come il testo letterario si sappia trasformare e adattare al suo ricevente, a chi lo legge e lo interpreta. Posso "guardare" la ricezione letteraria da punti di vista privilegiati, come l'associazione dedicata a Jane Austen e la mia pagina su Elizabeth Gaskell, e mi incuriosisco sempre a studiare le forme dell'interesse dei lettori per i grandi classici. Di quando in quando, però, sento il bisogno di ritornare io stessa una semplice lettrice e di dedicare l'attenzione alla mia personale interpretazione del testo. Il saggio che sto scrivendo marcia in questa direzione, e spero che quando sarà pubblicato potrà essere un punto di vista utile e stimolante anche per altri appassionati di letteratura.