18 dicembre 2011

Il Natale di Poirot

È un ottimo periodo, questo, per dedicarsi alla lettura (e quale non lo è?). Il Natale è alle porte, recando con sé deliziose atmosfere di calore e di piccole luci, di canti lontani e di caminetti accesi. È curioso pensare a quante storie di Natale, invece, scelgano di raccontare il lato oscuro dell'essere umano, i suoi silenzi densi di sospetto, le sue meditazioni truci, il suo passato da dimenticare.

Lo sa bene il nostro beneamato Hercule Poirot. In Il Natale di Poirot, che ho appena finito di leggere in onore dei festeggiamenti natalizi, l'investigatore sostiene che le feste sono un momento estremamente propizio per il delitto, poiché riuniscono famiglie divise da antichi rancori risvegliando odii e desideri di vendetta altrimenti sopiti.

Questo romanzo è magistrale nella struttura, avendo come oggetto un omicidio compiuto in una stanza "a porta chiusa", come nella tradizione inaugurata da Poe, ed è perfetto nella delineazione dei personaggi. I quattro figli della vittima, le loro mogli, gli altri ospiti, la servitù di casa, gli agenti di polizia sfilano davanti agli occhi del lettore come creature umane, ciascuna con i suoi segreti. E Poirot, come al solito, muove silenziosamente i fili dell'intreccio, arrivando alla soluzione perfetta. Nonostante il delitto, il Natale torna rassicurante quando il piccolo uomo scioglie il mistero e ci restituisce la normalità del suo impeccabile metodo deduttivo.